Il percorso suggerito percorre una Sardegna insolita, ma ugualmente bella e ricca di testimonianze storiche e molto più selvaggia!.
Nulla è comunque vincolante perchè sarai tu a scegliere il percorso che vorrai fare!
GIORNO 1/2 Cagliari - Poetto
Visto che si arriva a Cagliari sarebbe meglio già approcciare una sosta al mare, a Poetto , per prendersi una giornata per visitare la città e magari farsi anche qualche bagno. Il Poetto è una spiaggia chilometrica meno esotica di altre ma comodissima, tanto più ora che è stata dotata della bella passeggiata, delle piste ciclabili e dei chioschi per prendere l’aperitivo o il "caffè sur la plage”. C’è anche la possibilità di fare una bella passeggiata naturalistica lungo le saline e lo stagno, dove troverai la maggiore popolazione di fenicotteri del Mediterraneo. Per non parlare di Cagliari, una città di di riposanti aree verdi e di panorami, con un grande mercato del pesce, l’Orto Botanico, il Museo Archeologico veramente strabiliante.
GIORNO 3/4 Poetto , Pula, Chia, Porto Pino
Siamo diretti alla costa sudovest procedendo lungo mare. Arrivati a Pula, dietro la chiesetta di Sant’Efisio, luogo di destinazione della processione che ogni Primo Maggio parte da Cagliari, c’è l’area archeologica di Nora, una città prima punica e poi romana oggi in parte sommersa dal mare, che merita una visita e offre scorci molto suggestivi. Fra la chiesa di Sant’Efisio e Nora c’è la spiaggia, e che gode il vantaggio di essere riparata quando altre spiagge sono battute dal vento. A Chia ci sono varie spiagge da Su Giudeu o Cala Cipolla oppure, oltre Perda Longa, Tuerredda. Arrivati a Porto Pino, dove c’è un bel campeggio, potrai accedere ad una spiaggia giustamente famosa per le magnifiche dune bianchissime
GIORNO 4/5 Porto Pino - Sant’Antioco
Lasciando Porto Pino ci si avventura verso Sant’Antioco, sull’isola omonima che si raggiunge con un semplice ponte. Per aggiungere Carloforte, l'sola famosa per la produzione di un tonno di qualità eccellente, bisogna prendere il traghetto e magari col camper è scomodo: io invece ti consiglierei di trovare un campeggio sull’isola di Sant’Antioco dove potrai visitare il museo archeologico – che è il terzo più importante della Sardegna ed è molto bello – e i resti fenici, il tophet, il cronicario, la necropoli, e magari un nuraghe o due, fare il bagno a Maladroxia . Il giorno dopo con calma, prenderai il traghetto a Calasetta ed andrai comodamente a Carloforte e girare il paese a piedi abbuffandoti di tonno e sperimentando la cultura di una delle varie comunità alloglotte della Sardegna: ti consiglierei di prenotare un’escursione in barca, dove spesso si pesca e… si mangia direttamente e comunque potrai esplorare le cale della zona.
GIORNO 6 Sant’Antioco -Cala Domestica - Bugerru
La direzione è obbligatoria e tutto quel che devi fare è costeggiare il mare e scegliere quale spiaggia ti ispiri e dove ti vuoi fermare. Si susseguono inizialmente Gonnesa (con una marina chilometrica che man mano cambia nome: partendo da Monteponi trovi Funtanamare, Plag’e mesu, Porto Paglia), Nebida (con la possibilità della visita alla Laveria Lamarmora) e Masua, lungo una costa paesaggisticamente da urlo che termina con Cala Domestica.
Attorno alla spiaggia ci sono delle dune punteggiate da macchia mediterranea. Cala Domestica si trova in un’ex zona mineraria: rimangono visibili le rovine degli edifici delle vicine miniere, i magazzini e i depositi dei minerali che aspettavano di essere imbarcati, ma anche gallerie, come quella che conduce alla cosiddetta Caletta, una spiaggia riparata e molto intima, nella quale si trova la foce di un torrente. Di fronte, sulla penisola calcarea che volge a sud, si può ammirare la torre spagnola. Nel primo pomeriggio ci si può portare all’ingresso della più importante opera della grande miniera di Planu Sartu che, senza alcun dubbio, è la Galleria Henry. Posta a 50 metri sul livello del mare, al di sopra dell’abitato di Buggerru, attraversa per circa un chilometro l’altopiano di Planu Sartu. Questo ingegnoso sistema, grazie ad una avveniristica rete ferroviaria, soppiantò in un baleno i lenti e costosi trasporti con i muli e altri animali da soma. La galleria è una sorta di suggestivo labirinto: messa in sicurezza e dotata di indicazioni, la sua unicità è costituita da un perpetuo rapporto con la falesia sul mare che avviene per mezzo di gallerie minori e camminamenti scolpiti, come finestre ideali, nella roccia. Attraverso queste aperture luminose che si alternano con il buio del sottosuolo, possiamo gustare viste suggestive della costa a strapiombo sul mare e panorami mozzafiato.
GIORNO 7 Buggerru – Dune di Piscinas – Area Arch. di Tharros km.150
Per prima cosa si va a passeggiare per le dune di sabbia di Scivu. La formazione dei sistemi dunali della Costa Verde, viene attribuita all’abbassamento, di varie decine di metri, del livello del mare avvenuto nel periodo delle glaciazioni; il fenomeno ha comportato l’emersione di vasti tratti di litorale sabbioso che la forza dei venti, Maestrale e Libeccio, hanno trasportato, accumulato e modellato verso l’interno. Nell’interno i cumuli di sabbia, trasportati dalla forza del Maestrale, vengono consolidati ed ottengono stabilità grazie all’intricato reticolato formato dalle radici di splendidi ginepri secolari, dello sparto pungente e della gramigna, che, sotto il sole, rinunciando all’acqua e piegati dal vento come in un inchino, hanno trovato il loro ambiente. Dopo aver passeggiato a piedi nudi in questo mare di sabbia, ci dirigiamo verso l’area archeologica di Tharros, verso la penisola del Sinis.
GIORNO 8 Zona Archeologica di Tharros – Bosa km.80
Di prima mattina si visiterà l’area archeologica: l’antico insediamento di Tharros sorge all’estremità della penisola del Sinis. Si dispiega nel golfo di Oristano su una sorta di anfiteatro naturale delimitato a Nord dalla collina di Su Murru Mannu, a Ovest da quella della torre di San Giovanni e a Sud dall’istmo che collega quest’ultima al promontorio di Capo San Marco. Tharros fu fondata verso la fine dell’VIII secolo a.C. e venne abbandonata attorno all’anno 1050 d.C. per dare origine ad Aristiane, l’attuale Oristano.
GIORNO 9 Bosa
Intera giornata dedicata ad escursioni locali, Trenino Verde, visita di Bosa, escursione a cavallo a tua scelta: a bordo del Trenino Verde, sulla carrozza d’epoca Bauchiero (classe 1913)il treno inizia la sua corsa lungo l’altipiano basaltico addentrandosi in territori segnati dall’antica tradizione pastorale. Sosta all’antica abbazia cistercense di S. Maria di Corte, datata al 1147 e considerata fra le più antiche d’Europa; poi si prosegue fino alla stazione di Tresnuraghes per la degustazione dei prodotti tipici (pane, formaggio, ricotta salsiccia ecc.); il treno continua la sua corsa in un susseguirsi di paesaggi dominati dai famosi vigneti di Malvasia scendendo lentamente sulle suggestive curve delle colline che circondano Bosa. Dopo aver costeggiato l’arenile e il golfo di Bosa si giunge al capolinea, la stazione di Bosa Marina per l’aperitivo con la tipica Malvasia. In questa località diversi scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di un insediamento tardo romano (circa una ventina di ambienti abitativi, realizzati con i materiali ricavati demolendo un nuraghe, i cui resti ancora sono presenti nel sito), con annessa necropoli: di particolare interesse è il sito delle vasche, scavate con cura nella roccia e presumibilmente utilizzate per la concia delle pelli; un fortino militare della Seconda Guerra Mondiale, in ottime condizioni, ed alcune abitazioni pastorali risalenti ai primi del ‘900 documentano ciò che resta di epoche successive. Il paesaggio intorno è estremamente suggestivo, tra le rocce e la vegetazione delle scoscese montagne costiere, sulle cui cime è possibile scorgere il volo dei Grifoni.
GIORNO 10 Bosa - Oristano
Siamo ormai in fase di rientro e quindi è preferibile, per cercare una strada alternativa rientrare nell’entroterra passando per Macomer, il cui centro storico, case antiche ricordano il dominio spagnolo. Al periodo eneolitico (inizio II millennio a.C.) risalgono le quattro domus de Janas scavate nella pietra calcarea della necropoli di Filigosa, che ha dato il nome alla cultura di Filigosa-Abealzu. Alle pendici della stessa altura c’è il nuraghe Ruju con un’unica torre di 13 metri di diametro. È una delle innumerevoli testimonianze nuragiche della cittadina, tra cui spiccano il complesso sepolcrale di Perdas de Tamuli, la tomba di Giganti di Puttu ‘e Oes e, soprattutto, l’imponente nuraghe Santa Barbara. Lungo la strada di ritorno possibilità di fermarsi al Parco Archeologico di Santa Cristina; esteso per 14 ettari, nel territorio del comune di Paulilatino, comprende diverse aree di interesse: archeologico, storico ed ambientale. Nel parco sono presenti anche il villaggio nuragico, la chiesa campestre di Santa Cristina, una vasta area con numerosi olivi secolari. Una visita a quest’area rappresenta una bellissima esperienza, per chi ama conoscere la storia della Sardegna, ma anche per chi ama le escursioni e il trekking, in quanto il territorio del Parco è meraviglioso. La città di Oristano è ricca di monumenti, tra cui la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel 1200 e rimaneggiata in chiave barocca nel Settecento e la Chiesa di San Francesco, e poi Piazza Eleonora dove si trova il monumento di marmo del 1881 dedicato ad Eleonora d’Arborea, che guidò Oristano e promulgò la Carta de Logu, considerata uno dei primi esempi di costituzione al mondo.
GIORNO 11 Oristano - CagliarI
Oggi si dovrà riconsegnare il camper entro le 11
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